Wednesday, April 7, 2021

[ITA] Capitolo 5 : Terapia invasiva

Facce che si deformano formando urla di dolore, gli occhi vuoti e le braccia scheletriche che provano a scalare una montagna di cadaveri i cui corpi vomitano litri di sangue; le grida raggiungono un cielo nero come il carbone illuminato da un sole rosso; una pioggia di cenere e di braci viene accompagnata dai rombi di potenti tuoni che ruggiscono con talmente forza da far tremare il terreno desertico con venature di fuoco. Le bestie sadiche, scheletriche, dall’aspetto canino, divorano i corpi di uomini ancora vivi ma incapaci di muoversi. Lo scenario infernale oltre lo specchio è osservato attentamente da Yukiko Kumahira, seduta nella sua camera da letto mentre si pettina i capelli. Si gira al suono di un campanellino. Un piccolo micio bianco è sul suo letto e si sta leccando il pelo poi si ferma; si lecca i baffi nel vedere un pupazzo vermiforme; il micio si mette in agguato e il suo pelo si tinge di nero; aggredisce il pupazzo che prende vita. Zampilli di sangue a destra e a sinistra, il verme apre le sue fauci e divora il gatto e si rifugia sotto il letto muovendosi con le sue zampe.
Yukiko scende dalla sedia e guarda sotto il letto. Non c’è niente. Solo buio. Improvvisamente si aprono due occhi enormi che la guardano. Una voce demoniaca urla:
“SORRIDI!”
La piccola Yukiko scappa in preda al panico. Il letto inizia a muoversi, la porta è chiusa a chiave, il letto si muove verso di lei e la voce demoniaca continua ad urlare:
“SORRIDI! SORRIDI! SORRIDI!”
Il letto la colpisce, lei cade sul morbido che diventa freddo duro. Yukiko è dentro una stanza quadrata con un pavimento di cemento. Una porta di ferro arrugginita davanti a lei e un vecchio materasso logoro. Pesanti rumori di catene oltre il muro, urla di sofferenza si mescolano con risate di gioia. Yukiko si avvicina alla porta. La tira, la spinge, la tira, la spinge di nuovo. Niente. Quando la ragazza si gira vede sé incatenata al muro, vestita con stracci, sta gridando in lacrime ma la sua voce non può essere udita in nessun modo; entra Vergil con indosso un camice da dottore che tira fuori un cappio con il quale strangola brutalmente la povera ragazza che ora ha il volto di Alisa.
Yukiko esce da quella stanza e si ritrova nella stessa cameretta di prima ma stavolta il letto è coperto da delle tende; ci sono delle persone; alza la tenda e vede sé stessa completamente nuda mentre fa sesso con Alessandro Serpi il quale però non ha alcuna vita, la sua gola è stata tagliata.
Disgustata, Yukiko, chiude la tenda e scappa alla ricerca di un rifugio. Improvvisamente la ragazza si trova sull’orlo di un burrone, sta per cadere e si lancia indietro, sbatte contro una parete di roccia, alza lo sguardo e si accorge di essere su una montagna. Guarda in basso e vede il buio. Alla sua destra vede un uomo con un cappuccio da esecuzione che si lascia cadere. Alla sua sinistra la stessa cosa. Yukiko prosegue, tenendosi vicinissima alla roccia, e capita in una chiesa, l’Abbazia di Westminster.
Vede suo padre e lei da bambina. Lui sorride e la fa ridere però poi l’uomo inizia a urlare furibondo:
“DEVI SORRIDERE! SORRIDI! SORRIDI ALTRIMENTI SEI BRUTTA!”
La bambina si mette a piangere.
“Perché piangi? È perché sei brutta? Lo so. Io non ti ho mai voluto. Ho sempre preferito Alessandro a te, tu sei solo uno spreco di aria. Non è colpa mia. È colpa tua. Ecco perché devi sorridere. Perché è l’unica cosa che puoi fare. Non hai nessun'altra utilità.”
La piccola Yukiko non sorride.
“Bene, allora se non vuoi far felice tuo padre …”
L’uomo prende un coltello e pugnala la bambina al cuore, le strappa il cuore e lo mangia. Yukiko, vedendo quella scena, entra in uno stato di collera, aggredisce il padre sporco di sangue e lo strangola.
“Muori, bastardo! Come hai osato uccidere tua figlia?!”
Il padre di Yukiko scompare. La ragazza alza la testa e vede davanti a sé Alessandro Serpi che le tira un calcio in faccia e che inizia a prenderla a pugni; lei è impotente, le sue mani non si muovono, tutto diventa rosso e poi nero.

“Come sta la nostra prigioniera?” domandò Giovanni Monteverdi X a Valerio Donatelli.
“Da questa parte.”
Valerio condusse il Gran Maestro della Congrega lungo un corridoio di pietra che si trovava nei sotterranei; i due si fermarono dinnanzi ad una porta di ferro, il lucchetto venne aperto e gli uomini entrarono in questa stanza illuminata solo da una lanterna. Sdraiata sul pavimento c’era Yukiko Kumahira che indossava una camicia di forza; i suoi occhi erano vuoti, l’intero volto era inespressivo e la bocca di lei era aperta e da lì fuoriusciva la saliva; sulla fronte della ragazza c’era il simbolo di un occhio.
Giovanni si chinò, prese Yukiko per i capelli e asserì:
“Sei i calcoli di Lombardo sono corretti allora fra un paio di settimane lei sarà pronta a dirci tutto.”
“Siamo davvero sicuri di questo?”
“Certamente. In questo momento la sua mente è continuamente profanata da incubi di ogni genere, l’Inquisizione dell’Anima è uno strumento di tortura molto efficace perché costringe il soggetto a dubitare costantemente delle proprie convinzioni. È da mesi che è in questo stato. Quando il simbolo sarà rimosso la sua mente sarà così distrutta da non poter più distinguere la realtà dalla fantasia.”
“Gran Maestro, non è preoccupato di quell’isola fluttuante che è in Egitto?”
“Quella? No. È solo una distrazione. Ora il mio obbiettivo è scoprire la vera identità dei nostri nemici per distruggerli una volta per tutte. E chissà … forse Yukiko potrebbe anche aiutarci a trovare Alessandro Serpi.”
Quella notte nell’Abbazia della Congrega, il Gran Maestro incontrò Marco Lombardo e Davide Ponti, entrambi erano preoccupati per ciò che avevano scoperto spiando l’Ordine di Tot.
“Perché volete convincermi a inviare dei magi là? Che cosa ci guadagno a fare una cosa simile?” domandò Giovanni.
“Si tratta di una questione di sicurezza” rispose Lombardo.
“Esattamente,” aggiunse Ponti “e poi non possiamo ignorare che probabilmente anche Alessandro Serpi sarà coinvolto in questa faccenda.”
“Forse. Tuttavia non abbiamo reliquie per evocare dei Servant potenti come Giulio Cesare. Avevo ordinato a Vittoria Toscano di uccidere quel traditore ma non ho ancora sue notizie, il che mi da particolarmente fastidio.”
“Allora-”
“Allora,” Giovanni interruppe Lombardo “voi due dovete pensarci bene prima di convincermi a mandare degli uomini a combattere su un’isola volante nel bel mezzo del deserto egiziano. Non abbiamo abbastanza informazioni su quel posto. Non voglio rischiare. Aspetteremo.”

Terapia invasiva di BikoWolf