«Master, è il momento.»
La fredda voce di ω Saber svegliò Benjamin Palmer. Il ragazzo, stordito dal sonno, si accorse che fuori era ancora notte.
«Perché mi hai svegliato adesso? È domani che dobbiamo partire, no?»
«Cambio di programma. Ho percepito un Servant nelle vicinanze, non so se si è accorto di noi, ma dobbiamo attaccare subito. Sei pronto?»
«Ma non sappiamo neanche chi è—»
«Potrebbe essere α Specter.»
Il sangue di Benjamin gelò. La Servant si accorse dello sconforto del suo Master e, appoggiando una mano sulla spalla di lui, gli disse:
«Devi essere forte, Master. Se vuoi vincere questa guerra... devi fare dei sacrifici.»
«Lo so, ma...»
«Ma...?»
«Non lui» replicò grave.
«Perché? Cos’ha di speciale il Master α Specter?»
«Lui è mio amico. Non voglio combatterlo e soprattutto non voglio ucciderlo.»
Saber reagì come se avesse udito delle parole in una lingua straniera. «Master... tu devi uccidere. È una regola della guerra ed è necessario eliminare tutti i Master per arrivare al Sacro Graal. Non c’è un altro modo—»
«Non esiste? Ne sei sicura? Non possiamo andare là e rubare quel Graal?»
«Rubare?»
«Sì, per evitare di—»
Un pugno colpì lo stomaco del ragazzo. Egli cadde a terra. Si sentì come se fosse stato centrato da un mattone.
«Perché... lo hai fatto?» disse addolorato.
«Io sono un re, non un banale ladro» esclamò lei con uno sguardo furioso. «Se vuoi fare come i topi, allora non sei altro che carne da macello e verrai ucciso brutalmente dagli altri Master. Questa è la Guerra del Sacro Graal ed è mio dovere, in quanto Spirito Eroico, combattere con onore e dare tutta me stessa.»
Benjamin non era d’accordo, ma aveva paura di protestare. Era consapevole di non aver nessun controllo di ω Saber e, come se non bastasse, non era abbastanza forte per riuscire ad opporsi a lei.
Il ragazzo si rimise in piedi e si scusò con la Servant per averla offesa. Lei rispose così:
«Non scusarti con me, Master, scusati con te stesso. Non devi mai permettere alla paura di prendere il controllo delle tue azioni.»
Benjamin finse un sorriso.
Qualche momento dopo, i due abbandonarono l’abitazione e si misero alla ricerca del Servant.
Nel frattempo, Friedrich Wolff si muoveva attraverso quella foresta di edifici verso un’altra arena identica a quella in cui aveva combattuto in precedenza.
«Perché non ti sei fermato a riposare?» domandò α Specter. «Considerando che hai finito di combattere appena un’ora fa, ne avresti davvero bisogno—»
«No» rispose grave.
«Vuoi uccidere quella donna di cui ha parlato il Master di ω Assassin?»
Friedrich non rispose. Era uscito dall’arena pensando di sapere già cosa fare, ma quella domanda si mise sulla sua strada come un muro di cemento. Egli si fermò e domandò alla sua Servant:
«Secondo te cosa dovrei fare?»
«Non lo so, sei tu che devi fare le scelte difficili» rispose lei subito.
«Sei sincera?»
«Sono un demone, Master, e in più sono la tua Servant. Non sono interessata a queste faccende umane. Quello che tu farai alla donna sono affari tuoi, io sono qui per aiutarti... considerami la tua arma» spiegò.
«Ero partito con l’idea di ucciderla... eppure... perché sto dubitando?»
«Perché sei una persona buona, Master.»
«Lo sono davvero? Insomma, ho praticamente ucciso un uomo a sangue freddo. Non l’avevo mai fatto prima—»
«Dovrai farlo ancora, questo è un dato di fatto. Spero che tu ne sia consapevole.»
«Vorrei evitarlo, capisci? Non ti sto dicendo che provo dei particolari sensi di colpa per quello che è successo a Valfredo, quell’uomo era un cane e meritava di morire... allo stesso modo anche Alda merita di morire... ma io non voglio diventare un assassino. Non sono qui per questo—»
«Non ci riuscirai» esclamò lei bruscamente.
Lui inarcò le sopracciglia e si voltò verso la Servant. «Quindi mi stai dicendo che è tutto inutile?»
«Non prendiamoci in giro, sappiamo entrambi che Vergil vuole costringere i Master ad ammazzarsi nelle arene. Tu non vuoi essere un assassino, lo comprendo, ma devi anche affrontare la realtà dei fatti: se non sarai tu ad uccidere... qualcuno ucciderà te. Questa guerra non è fatta per coloro che hanno una morale o che vogliono cambiare il mondo in meglio.»
Le parole di α Specter, per quanto ciniche potessero essere, erano vere. Per Friedrich digerire quell’amaro boccone non fu facile.
«Vorrei soltanto che ci fosse un altro modo...» mormorò rattristito.
«Stai pensando al tuo amico? Il Master di ω Saber?»
«Sì» rispose Friedrich. «Vorrei che fosse chiara una cosa, Specter: io non lo ucciderò. Benjamin Palmer vivrà, costi quel che costi. Non ucciderò un mio amico per soddisfare quel mostro di Vergil...»
«Sapevo che lo avresti detto.» Specter sospirò ed evocò la sua fidata arma.
«Specter...?»
«Stai dietro di me, Master, siamo osservati.»
Allora Friedrich percepì il mana di un magus.
Dall’oscurità apparvero Takahiro Nagasako e α Lancer. L’uomo, dai capelli rossi e con la sigaretta in bocca, incrociò lo sguardo con Friedrich e lo salutò con falsa cortesia:
«Salve. È una bella notte per fare quattro passi, vero?»
«Hai ragione. È davvero una bella notte... un vero peccato che dovrò rovinarla con una battaglia. Posso almeno sapere come ti chiami?»
«Takahiro. Tu ti chiami Friedrich, giusto?»
«Sì, come fai a saperlo?» indagò perplesso.
«Ti ho visto combattere contro quell’altro tizio... il Master di ω Assassin. Lo hai ammazzato senza nessuna pietà—cioè tecnicamente lo ha fatto la tua Servant, ma... beh, è la stessa cosa.»
«Non sembri un magus esperto. Sei sicuro di volermi affrontare?»
«Siamo qui per combattere, no? Quindi perché ci stiamo perdendo in inutili chiacchiere?»
Lancer prese fuori la sua arma e tentò di colpire Friedrich, ma Specter parò il colpo con la lama.
«Non così in fretta, α Lancer...» fece Specter con un ghigno demoniaco.
Le due Servant si scambiarono diversi colpi ad altissima velocita; l’impatto dei metalli echeggiava in tutta la città. Lancer prese le distanze dall’avversaria e attaccò usando calci e muovendo la sua doppia lancia con una tale maestria da mettere in difficoltà Specter.
Non appena il piede di Lancer colpì la faccia di Specter, una fiamma blu apparve; Lancer fu costretta a saltare all’indietro per evitare di farsi bruciare. Specter sfruttò quell’apertura per ferire l’avversaria allo stomaco.
La ferita si rimarginò in un istante.
Friedrich spalancò gli occhi dallo sgomento.
«Che succede, Master?» domandò α Specter.
«Non ha usato l’energia magica del suo Master per rigenerarsi la ferita... ma come ha fatto?»
«Niente di che...» disse α Lancer «Questa è una delle mie abilità: Guarigione Magica. Non ho bisogno di dipendere dal mio amato per rigenerare queste ferite superficiali.»
Specter mostrò ancora quel sorriso demoniaco. «Ora capisco... significa che dovrò farti più male.»
Dette queste parole, la donna cercò di ferire l’avversaria con un attacco frontale; Lancer, con una agilità impressionante, riuscì a schivare il colpo e contrattaccare con un calcio. Specter cadde in piedi, ma era innervosita. Per quanto la donna demoniaca fosse rapida e letale, aveva delle serie difficoltà a colpire quella principessa guerriera il cui stile di combattimento ricordava una danza. Lancer si muoveva con eleganza e schivava gli attacchi con facilità, Specter stava già perdendo la concentrazione.
La Servant di Friedrich venne messa al tappeto dall’ennesimo calcio.
«Tutto qui quello che sai fare?» domandò Lancer beffarda. «Mi sarei aspettata molto di più da una come te, ma a quanto pare sei una delusione.»
«Conosci molto bene le mie mosse, mi hai visto mentre combattevo contro ω Assassin...»
«Esattamente. Non sono una donna di guerra, ma so come studiare il mio avversario. Sai, un po’ mi dispiace per Assassin... se non fosse stato obbligato ad usare il proprio Noble Phantasm ti avrebbe sicuramente uccisa.»
«Forse... tuttavia non è andata così e alla fine tu sei costretta ad affrontare me.»
«Non farlo sembrare un problema, così ti metti in imbarazzo.»
Specter fece un salto e fuggì da Lancer, questa la seguì in quel labirinto di edifici.
I due Master, intanto, rimasero immobili, uno di fronte all’altro, in attesa che uno facesse la prima mossa.
«Quanti anni hai?» domandò Friedrich curioso.
«Trentasei» rispose brusco.
«Capisco. Non voglio farmi gli affari tuoi, ma perché combatti questa guerra? Non mi sembri una cattiva persona... sicuramente sei meglio di Valfredo. Tu non vieni da una famiglia di magi, vero?»
«Hai ragione... mi ci è voluto tanto per addestrarmi nella magia. Libri magici, meditazione e pratica... tanta pratica.»
«E vuoi sprecare tutto questo impegno solo per il Sacro Graal?» domandò perplesso.
«Che altro possiamo fare? Ormai siamo qui, no? Siamo costretti a combattere... quindi combattiamo.»
«C’è sempre una scelta—»
«No, ti sbagli. Non c’è alcuna libertà di scelta. La libertà ha un prezzo e troppe persone, a questo mondo, non possono permettersi di pagarlo. Non dirmi che siamo liberi, non lo siamo.»
«Quindi hai davvero intenzione di giocare al gioco di Vergil?»
«Sì.»
Friedrich sospirò. «Io no.» Scappò da Takahiro.
«Non così in fretta, bastardo!» Lui lo inseguì.
Intanto α Lancer era alla ricerca di α Specter. Non riusciva più a percepirla, ma era certa che si trovasse ancora nelle vicinanze. Non pianificava di ucciderla, non senza un vantaggio schiacciante, però desiderava umiliarla e dimostrare a Takahiro di essere uno Spirito Eroico potente.
«Hai celato la tua presenza, non è così?»
Nessuna risposta.
«Beh, fa’ come ti pare! Riuscirò a trovarti prima o poi, non puoi scappare da me.»
Lancer vagava per le strade come un topo senza meta. Ogni volta che girava l’angolo si preparava ad un attacco. Setacciava ogni edificio, ogni strada, ogni tetto... Specter non c’era. Lancer si stava innervosendo.
«Vieni fuori, codarda!»
Nessuna risposta. Nessun movimento.
«Quindi è così che hai intenzione di affrontarmi? Ti nascondi come un verme? Mi disgusti, α Specter. Sei una Servant, dovresti affrontarmi—!»
Lancer venne ferita alle spalle.
«Centro!» esclamò Specter con un ghigno demoniaco. «Ora sei mia!»
Lancer fece un salto per schivare l’attacco dell’avversaria; la ferita si rigenerò, ma lentamente.
«Alla fine ti sei mostrata, demone. Pagherai per avermi attaccata!»
Specter avvolse la propria arma nelle fiamme blu. Lancer si preparò a contrattaccare. Il demone, dunque, partì all’attacco, con la lama sguainata, ma, invece di ferire l’avversaria, tagliò a metà due edifici; l’impatto delle due strutture sollevò una fitta nuvola di polvere.
Lancer vide l’arma della nemica volarle addosso; schivò con agilità, ma venne colpita da un calcio mentre era ancora a mezz’aria. La principessa egiziana cadde in piedi ed eseguì una spaccata per evitare l’attacco della donna demoniaca, poi si rialzò agilmente e, eseguito un salto, calciò la faccia di questa. Specter riuscì a non cadere e si preparò a rispondere.
In quel momento, comparve dal nulla la figura di Vergil. Non appena i due Master, che erano appena arrivati, riconobbero quell’uomo, ordinarono ai rispettivi Servant di attaccarlo.
«Non è molto educato fare così.»
Egli bloccò le armi di entrambe le Servant usando solo le mani nude. Le due donne, sbigottite, si allontanarono da lui.
«C’è qualcosa di davvero strano in lui, mio amato» disse Lancer allarmata. «Non so perché... ma sembra un Servant... uno Spirito Eroico come noi.»
«Impossibile...» commentò Takahiro a bassa voce. «E dove diavolo è il Master?»
«Cosa vuoi, Vergil?» esclamò Friedrich furibondo.
«Sono qui per impedirvi di ammazzarvi al di fuori dell’arena» rispose lui cortesemente e senza peli sulla lingua. «Sarebbe un vero peccato se le vostre morti venissero sprecate. Ogni dipartita, dopotutto, ha un valore. In questa meravigliosa guerra, ogni cosa deve procedere perfettamente. Non posso lasciare che i nostri destini vengano frantumati da scelte... errate.»
«Vai all’inferno, mostro! Non ho intenzione di partecipare al tuo gioco del cazzo—!»
«Usi sempre quella parola per descrivere questa guerra... mi sto davvero preoccupando per la tua sanità mentale. Come puoi definire la guerra un ‘gioco’? La guerra è tragica e non va trattata come se fosse uno scherzo.»
«Parli come se tu fossi una persona normale... ma sei della stessa pasta di Yukiko. Anche tu, come lei, cerchi solo la distruzione—»
«Ed è qui che ti sbagli, Friedrich. Io non cerco distruzione... io voglio creare un mondo nuovo.»
«Impossibile. Io so come funziona il Sacro Graal di Yggdrasil... non può essere usato per realizzare dei desideri. Non appena lo evocherai, da lì uscirà Nidhogg che distruggerà il mondo per crearne uno nuovo. Esso è bloccato in un ciclo infinito a causa del potere ‘miracoloso’ di quel Graal.»
«Qualcuno ha fatto i compiti.» Egli sorrise mostrando un falso compiacimento. «Il problema è che hai studiato i libri sbagliati. Quello che tu sai... quello che tu credi sapere, non è la verità. La verità è più complessa e molto più affascinante.»
«Ma di che parli...?» domandò perplesso.
«Lo vuoi scoprire? Non dovrai fare altro che raggiungermi sulla sommità della torre. Ma la strada non si mostrerà se tu non ucciderai. Facile come bere un bicchier d’acqua. Io ti aspetterò, mio caro lupetto.»
Vergil scomparve.
Friedrich si accorse che anche Takahiro e α Lancer erano andati via.
«Quindi cosa facciamo, Master?» domandò α Specter.
Friedrich era rimasto come stordito dalle parole di Vergil. In quel mare di domande che tempestavano la sua mente, una sola cosa era certa: doveva scoprire quello che stava succedendo davvero.
«Procediamo» rispose Friedrich deciso.
La fredda voce di ω Saber svegliò Benjamin Palmer. Il ragazzo, stordito dal sonno, si accorse che fuori era ancora notte.
«Perché mi hai svegliato adesso? È domani che dobbiamo partire, no?»
«Cambio di programma. Ho percepito un Servant nelle vicinanze, non so se si è accorto di noi, ma dobbiamo attaccare subito. Sei pronto?»
«Ma non sappiamo neanche chi è—»
«Potrebbe essere α Specter.»
Il sangue di Benjamin gelò. La Servant si accorse dello sconforto del suo Master e, appoggiando una mano sulla spalla di lui, gli disse:
«Devi essere forte, Master. Se vuoi vincere questa guerra... devi fare dei sacrifici.»
«Lo so, ma...»
«Ma...?»
«Non lui» replicò grave.
«Perché? Cos’ha di speciale il Master α Specter?»
«Lui è mio amico. Non voglio combatterlo e soprattutto non voglio ucciderlo.»
Saber reagì come se avesse udito delle parole in una lingua straniera. «Master... tu devi uccidere. È una regola della guerra ed è necessario eliminare tutti i Master per arrivare al Sacro Graal. Non c’è un altro modo—»
«Non esiste? Ne sei sicura? Non possiamo andare là e rubare quel Graal?»
«Rubare?»
«Sì, per evitare di—»
Un pugno colpì lo stomaco del ragazzo. Egli cadde a terra. Si sentì come se fosse stato centrato da un mattone.
«Perché... lo hai fatto?» disse addolorato.
«Io sono un re, non un banale ladro» esclamò lei con uno sguardo furioso. «Se vuoi fare come i topi, allora non sei altro che carne da macello e verrai ucciso brutalmente dagli altri Master. Questa è la Guerra del Sacro Graal ed è mio dovere, in quanto Spirito Eroico, combattere con onore e dare tutta me stessa.»
Benjamin non era d’accordo, ma aveva paura di protestare. Era consapevole di non aver nessun controllo di ω Saber e, come se non bastasse, non era abbastanza forte per riuscire ad opporsi a lei.
Il ragazzo si rimise in piedi e si scusò con la Servant per averla offesa. Lei rispose così:
«Non scusarti con me, Master, scusati con te stesso. Non devi mai permettere alla paura di prendere il controllo delle tue azioni.»
Benjamin finse un sorriso.
Qualche momento dopo, i due abbandonarono l’abitazione e si misero alla ricerca del Servant.
Nel frattempo, Friedrich Wolff si muoveva attraverso quella foresta di edifici verso un’altra arena identica a quella in cui aveva combattuto in precedenza.
«Perché non ti sei fermato a riposare?» domandò α Specter. «Considerando che hai finito di combattere appena un’ora fa, ne avresti davvero bisogno—»
«No» rispose grave.
«Vuoi uccidere quella donna di cui ha parlato il Master di ω Assassin?»
Friedrich non rispose. Era uscito dall’arena pensando di sapere già cosa fare, ma quella domanda si mise sulla sua strada come un muro di cemento. Egli si fermò e domandò alla sua Servant:
«Secondo te cosa dovrei fare?»
«Non lo so, sei tu che devi fare le scelte difficili» rispose lei subito.
«Sei sincera?»
«Sono un demone, Master, e in più sono la tua Servant. Non sono interessata a queste faccende umane. Quello che tu farai alla donna sono affari tuoi, io sono qui per aiutarti... considerami la tua arma» spiegò.
«Ero partito con l’idea di ucciderla... eppure... perché sto dubitando?»
«Perché sei una persona buona, Master.»
«Lo sono davvero? Insomma, ho praticamente ucciso un uomo a sangue freddo. Non l’avevo mai fatto prima—»
«Dovrai farlo ancora, questo è un dato di fatto. Spero che tu ne sia consapevole.»
«Vorrei evitarlo, capisci? Non ti sto dicendo che provo dei particolari sensi di colpa per quello che è successo a Valfredo, quell’uomo era un cane e meritava di morire... allo stesso modo anche Alda merita di morire... ma io non voglio diventare un assassino. Non sono qui per questo—»
«Non ci riuscirai» esclamò lei bruscamente.
Lui inarcò le sopracciglia e si voltò verso la Servant. «Quindi mi stai dicendo che è tutto inutile?»
«Non prendiamoci in giro, sappiamo entrambi che Vergil vuole costringere i Master ad ammazzarsi nelle arene. Tu non vuoi essere un assassino, lo comprendo, ma devi anche affrontare la realtà dei fatti: se non sarai tu ad uccidere... qualcuno ucciderà te. Questa guerra non è fatta per coloro che hanno una morale o che vogliono cambiare il mondo in meglio.»
Le parole di α Specter, per quanto ciniche potessero essere, erano vere. Per Friedrich digerire quell’amaro boccone non fu facile.
«Vorrei soltanto che ci fosse un altro modo...» mormorò rattristito.
«Stai pensando al tuo amico? Il Master di ω Saber?»
«Sì» rispose Friedrich. «Vorrei che fosse chiara una cosa, Specter: io non lo ucciderò. Benjamin Palmer vivrà, costi quel che costi. Non ucciderò un mio amico per soddisfare quel mostro di Vergil...»
«Sapevo che lo avresti detto.» Specter sospirò ed evocò la sua fidata arma.
«Specter...?»
«Stai dietro di me, Master, siamo osservati.»
Allora Friedrich percepì il mana di un magus.
Dall’oscurità apparvero Takahiro Nagasako e α Lancer. L’uomo, dai capelli rossi e con la sigaretta in bocca, incrociò lo sguardo con Friedrich e lo salutò con falsa cortesia:
«Salve. È una bella notte per fare quattro passi, vero?»
«Hai ragione. È davvero una bella notte... un vero peccato che dovrò rovinarla con una battaglia. Posso almeno sapere come ti chiami?»
«Takahiro. Tu ti chiami Friedrich, giusto?»
«Sì, come fai a saperlo?» indagò perplesso.
«Ti ho visto combattere contro quell’altro tizio... il Master di ω Assassin. Lo hai ammazzato senza nessuna pietà—cioè tecnicamente lo ha fatto la tua Servant, ma... beh, è la stessa cosa.»
«Non sembri un magus esperto. Sei sicuro di volermi affrontare?»
«Siamo qui per combattere, no? Quindi perché ci stiamo perdendo in inutili chiacchiere?»
Lancer prese fuori la sua arma e tentò di colpire Friedrich, ma Specter parò il colpo con la lama.
«Non così in fretta, α Lancer...» fece Specter con un ghigno demoniaco.
Le due Servant si scambiarono diversi colpi ad altissima velocita; l’impatto dei metalli echeggiava in tutta la città. Lancer prese le distanze dall’avversaria e attaccò usando calci e muovendo la sua doppia lancia con una tale maestria da mettere in difficoltà Specter.
Non appena il piede di Lancer colpì la faccia di Specter, una fiamma blu apparve; Lancer fu costretta a saltare all’indietro per evitare di farsi bruciare. Specter sfruttò quell’apertura per ferire l’avversaria allo stomaco.
La ferita si rimarginò in un istante.
Friedrich spalancò gli occhi dallo sgomento.
«Che succede, Master?» domandò α Specter.
«Non ha usato l’energia magica del suo Master per rigenerarsi la ferita... ma come ha fatto?»
«Niente di che...» disse α Lancer «Questa è una delle mie abilità: Guarigione Magica. Non ho bisogno di dipendere dal mio amato per rigenerare queste ferite superficiali.»
Specter mostrò ancora quel sorriso demoniaco. «Ora capisco... significa che dovrò farti più male.»
Dette queste parole, la donna cercò di ferire l’avversaria con un attacco frontale; Lancer, con una agilità impressionante, riuscì a schivare il colpo e contrattaccare con un calcio. Specter cadde in piedi, ma era innervosita. Per quanto la donna demoniaca fosse rapida e letale, aveva delle serie difficoltà a colpire quella principessa guerriera il cui stile di combattimento ricordava una danza. Lancer si muoveva con eleganza e schivava gli attacchi con facilità, Specter stava già perdendo la concentrazione.
La Servant di Friedrich venne messa al tappeto dall’ennesimo calcio.
«Tutto qui quello che sai fare?» domandò Lancer beffarda. «Mi sarei aspettata molto di più da una come te, ma a quanto pare sei una delusione.»
«Conosci molto bene le mie mosse, mi hai visto mentre combattevo contro ω Assassin...»
«Esattamente. Non sono una donna di guerra, ma so come studiare il mio avversario. Sai, un po’ mi dispiace per Assassin... se non fosse stato obbligato ad usare il proprio Noble Phantasm ti avrebbe sicuramente uccisa.»
«Forse... tuttavia non è andata così e alla fine tu sei costretta ad affrontare me.»
«Non farlo sembrare un problema, così ti metti in imbarazzo.»
Specter fece un salto e fuggì da Lancer, questa la seguì in quel labirinto di edifici.
I due Master, intanto, rimasero immobili, uno di fronte all’altro, in attesa che uno facesse la prima mossa.
«Quanti anni hai?» domandò Friedrich curioso.
«Trentasei» rispose brusco.
«Capisco. Non voglio farmi gli affari tuoi, ma perché combatti questa guerra? Non mi sembri una cattiva persona... sicuramente sei meglio di Valfredo. Tu non vieni da una famiglia di magi, vero?»
«Hai ragione... mi ci è voluto tanto per addestrarmi nella magia. Libri magici, meditazione e pratica... tanta pratica.»
«E vuoi sprecare tutto questo impegno solo per il Sacro Graal?» domandò perplesso.
«Che altro possiamo fare? Ormai siamo qui, no? Siamo costretti a combattere... quindi combattiamo.»
«C’è sempre una scelta—»
«No, ti sbagli. Non c’è alcuna libertà di scelta. La libertà ha un prezzo e troppe persone, a questo mondo, non possono permettersi di pagarlo. Non dirmi che siamo liberi, non lo siamo.»
«Quindi hai davvero intenzione di giocare al gioco di Vergil?»
«Sì.»
Friedrich sospirò. «Io no.» Scappò da Takahiro.
«Non così in fretta, bastardo!» Lui lo inseguì.
Intanto α Lancer era alla ricerca di α Specter. Non riusciva più a percepirla, ma era certa che si trovasse ancora nelle vicinanze. Non pianificava di ucciderla, non senza un vantaggio schiacciante, però desiderava umiliarla e dimostrare a Takahiro di essere uno Spirito Eroico potente.
«Hai celato la tua presenza, non è così?»
Nessuna risposta.
«Beh, fa’ come ti pare! Riuscirò a trovarti prima o poi, non puoi scappare da me.»
Lancer vagava per le strade come un topo senza meta. Ogni volta che girava l’angolo si preparava ad un attacco. Setacciava ogni edificio, ogni strada, ogni tetto... Specter non c’era. Lancer si stava innervosendo.
«Vieni fuori, codarda!»
Nessuna risposta. Nessun movimento.
«Quindi è così che hai intenzione di affrontarmi? Ti nascondi come un verme? Mi disgusti, α Specter. Sei una Servant, dovresti affrontarmi—!»
Lancer venne ferita alle spalle.
«Centro!» esclamò Specter con un ghigno demoniaco. «Ora sei mia!»
Lancer fece un salto per schivare l’attacco dell’avversaria; la ferita si rigenerò, ma lentamente.
«Alla fine ti sei mostrata, demone. Pagherai per avermi attaccata!»
Specter avvolse la propria arma nelle fiamme blu. Lancer si preparò a contrattaccare. Il demone, dunque, partì all’attacco, con la lama sguainata, ma, invece di ferire l’avversaria, tagliò a metà due edifici; l’impatto delle due strutture sollevò una fitta nuvola di polvere.
Lancer vide l’arma della nemica volarle addosso; schivò con agilità, ma venne colpita da un calcio mentre era ancora a mezz’aria. La principessa egiziana cadde in piedi ed eseguì una spaccata per evitare l’attacco della donna demoniaca, poi si rialzò agilmente e, eseguito un salto, calciò la faccia di questa. Specter riuscì a non cadere e si preparò a rispondere.
In quel momento, comparve dal nulla la figura di Vergil. Non appena i due Master, che erano appena arrivati, riconobbero quell’uomo, ordinarono ai rispettivi Servant di attaccarlo.
«Non è molto educato fare così.»
Egli bloccò le armi di entrambe le Servant usando solo le mani nude. Le due donne, sbigottite, si allontanarono da lui.
«C’è qualcosa di davvero strano in lui, mio amato» disse Lancer allarmata. «Non so perché... ma sembra un Servant... uno Spirito Eroico come noi.»
«Impossibile...» commentò Takahiro a bassa voce. «E dove diavolo è il Master?»
«Cosa vuoi, Vergil?» esclamò Friedrich furibondo.
«Sono qui per impedirvi di ammazzarvi al di fuori dell’arena» rispose lui cortesemente e senza peli sulla lingua. «Sarebbe un vero peccato se le vostre morti venissero sprecate. Ogni dipartita, dopotutto, ha un valore. In questa meravigliosa guerra, ogni cosa deve procedere perfettamente. Non posso lasciare che i nostri destini vengano frantumati da scelte... errate.»
«Vai all’inferno, mostro! Non ho intenzione di partecipare al tuo gioco del cazzo—!»
«Usi sempre quella parola per descrivere questa guerra... mi sto davvero preoccupando per la tua sanità mentale. Come puoi definire la guerra un ‘gioco’? La guerra è tragica e non va trattata come se fosse uno scherzo.»
«Parli come se tu fossi una persona normale... ma sei della stessa pasta di Yukiko. Anche tu, come lei, cerchi solo la distruzione—»
«Ed è qui che ti sbagli, Friedrich. Io non cerco distruzione... io voglio creare un mondo nuovo.»
«Impossibile. Io so come funziona il Sacro Graal di Yggdrasil... non può essere usato per realizzare dei desideri. Non appena lo evocherai, da lì uscirà Nidhogg che distruggerà il mondo per crearne uno nuovo. Esso è bloccato in un ciclo infinito a causa del potere ‘miracoloso’ di quel Graal.»
«Qualcuno ha fatto i compiti.» Egli sorrise mostrando un falso compiacimento. «Il problema è che hai studiato i libri sbagliati. Quello che tu sai... quello che tu credi sapere, non è la verità. La verità è più complessa e molto più affascinante.»
«Ma di che parli...?» domandò perplesso.
«Lo vuoi scoprire? Non dovrai fare altro che raggiungermi sulla sommità della torre. Ma la strada non si mostrerà se tu non ucciderai. Facile come bere un bicchier d’acqua. Io ti aspetterò, mio caro lupetto.»
Vergil scomparve.
Friedrich si accorse che anche Takahiro e α Lancer erano andati via.
«Quindi cosa facciamo, Master?» domandò α Specter.
Friedrich era rimasto come stordito dalle parole di Vergil. In quel mare di domande che tempestavano la sua mente, una sola cosa era certa: doveva scoprire quello che stava succedendo davvero.
«Procediamo» rispose Friedrich deciso.
'La principessa egiziana' di BikoWolf |
Una parte di me adora Lancer. Mentre scrivevo del suo stile di combattimento riuscivo a visualizzare chiaramente questo insieme di arti marziali e danza.😀 Già, già... comunque, my dear, che ne diresti di concederti una lettura di Fate/Yggdrasil in formato PDF? Clicca qui per poter scaricare la storia gratuitamente.