Era seduta su una poltrona rossa, la luce a malapena passava attraverso le tende, vicino a lei c’era un tavolino con sopra libri di magia; la ragazza con i biondi capelli lunghi e gli occhi freddi sorseggiava da un calice del pregiato vino rosso. Di fronte a lei, seduto su un’altra poltrona, c’era Vergil, con le gambe accavallate e gli occhi sedotti da quella ragazza con i lineamenti così morbidi ma con uno sguardo glaciale.
“Sei una donna interessante, Alda Richter. Molti sarebbero scappati ma tu hai deciso di intraprendere un dialogo con me.”
“Non voglio i tuoi complimenti, mostro.”
“Non è molto gentile da parte tua chiamarmi così-”
“Credi che abbia importanza il modo in cui ci chiamiamo? I nomi, soprattutto in questo caso, sono solo formalità. Io so cosa vuoi da me.”
“Stuzzicante. E come fai a saperlo?”
“L’Ordine di Tot è bravo a tenere i suoi segreti come un gatto è bravo a nuotare. Quando ti ho visto ho capito subito che cosa volevi da me. Stai preparando un’altra Guerra del Santo Graal e stai cercando i Master.” Alda sorseggiò il suo vino.
“Perspicace. Tuttavia lascia che ti ponga una domanda: perché siamo qui?”
“Tu fai le selezioni, no?”
“Esatto.”
“Allora vorrei che tu selezionassi una persona per me e, se è già stata coinvolta nella tua Guerra del Santo Graal, tanto meglio.”
“Di chi si tratta?”
“Friedrich Wolff.”
“Ora sì che sono eccitato. E cosa vorrà mai una donna altolocata come te da un lupo selvaggio?”
“Perché ti interessa saperlo, mostro?” domandò Alda, perplessa.
“Curiosità” rispose lui con un ghigno.
“Il tuo scopo è solo preparare una guerra … i miei obbiettivi sono irrilevanti per te.”
“Questo sarò io a deciderlo, signorina Richter.”
“Sei piuttosto insistente” notò lei alzando un sopracciglio.
“Lo trovi strano?”
“Abbastanza. Non riesco a comprendere le ragioni dietro il tuo interesse. Non hai qualcosa di meglio da fare? Non hai altri Master da scegliere? Sprecare il tuo tempo qui si potrebbe rivelare controproducente” indagò lei.
“Comprendo le tue perplessità … dopotutto mi consideri un mostro. I mostri non fanno domande. Questo è quello che pensi-”
“Sbagliato” interruppe lei. “Non presumere di conoscermi solo perché ho volontariamente deciso di chiamarti ‘mostro’. Molti usano quella parola per descrivere ciò che scatena le loro paure, una creatura misteriosa o un criminale efferato. Io no. Non ho usato quella parola per sottolineare un sentimento di paura ma per esprimere il mio disgusto.”
Lui inarcò le sopracciglia dallo stupore.
“Quindi sei davvero convinta di non avere paura di me?”
“Io non ho terrore di te. Tu, per me, sei un mostro nel senso che sei una creatura innaturale, ibrida, un essere anomalo … sei rivoltante.” Con uno sguardo di ferro soggiunse: “E mi da fastidio che tu continui a fissarti con quel nome. Ti ho già detto che è irrilevante quindi non cercare di studiarmi basandoti su queste banalità.”
“Ammetto il mio errore, allora. Ma sono sinceramente interessato. Voglio sapere cosa ti spinge a desiderare Wolff nella Guerra del Santo Graal.”
Ci fu qualche minuto di silenzio e poi, con un modo irritato, la ragazza rispose:
“Se proprio insisti.” Alda appoggiò il calice sul tavolino. “Avevo un mentore, il suo nome era Herbert Schmidt, è stato grazie a lui se io riuscii a diventare una delle magus più forti fra i Rote Mäntel. Ma lui non era soltanto il mio insegnante, io fui ben lieta di concedere a lui il mio corpo perché amavo quell’uomo che mi aveva reso forte. Lui mi trattava come la sua principessa, mi adorava, mi venerava, mi preferiva persino a quella sgualdrina di sua moglie. Se non fosse stato per Friedrich Wolff, Herbert non sarebbe mai rimasto a Londra, è stata colpa sua se è morto. Quel traditore deve morire. Tutto qui. Non c’è altro. Io ucciderò Friedrich Wolff.”
“Così avrai sterminato l’intera famiglia Wolff.”
Alda lanciò un’occhiata di ghiaccio, con tratti meravigliati, a Vergil. Egli aveva lo sguardo di uno che aveva capito tutto. L’espressione di sorpresa di lei si trasformò in una di scetticismo. Vergil, con il dito, toccò la propria tempia. Lei capì.
“Quindi non comunichi e basta. Puoi anche leggere nella mente. Ma allora perché mi hai posto la domanda? Conoscevi già le mie ragioni. Hai letteralmente sprecato il tuo tempo-”
“Ti sbagli. Per una persona come te può sembrare sciocco, ma credimi sulla parola quando ti dico che questa conversazione lungi dall’essere uno spreco di tempo. Un’eco del passato non è come un racconto. Un pensiero non è come una parola. Ciò che è nella nostra mente è materia senza forma e soprattutto senza suono. La bocca fa di un pensiero una musica, rende reale ciò è nella nostra testa, trasforma ciò che è confuso in una solida statua. Non c’è nulla di più meraviglioso. Io la chiamo arte.”
“Sei una creatura strana, Vergil.”
Lui sorrise.
“Finalmente mi chiami per nome.”
“Non cercare di fraternizzare con me, non funzionerà” disse lei bruscamente. “Però vorrei sapere perché ci tieni tanto ad organizzare una Guerra del Santo Graal. Cosa speri di ottenere?”
“ ‘Se uno tracciasse una netta linea di demarcazione, potrei non riconoscerla come la linea che anch’io avrei sempre voluto tracciare, o che ho già tracciato mentalmente. Il suo concetto non è lo stesso del mio, ma è imparentato con esso.’ Chiunque abbia detto queste parole era una persona intelligente. La precedente guerra venne prodotta dal desiderio di una mia sottoposta, questo desiderio non era esattamente come il mio ma era imparentato con il mio. In radice il suo sogno derivava dal mio ma era una deviazione calcolata.”
“Questa non è una spiegazione” commentò Alda, infastidita.
“Consideralo il preambolo alla spiegazione.”
“Tsk. Allora spiegami invece di farmi perdere tempo.”
“E se io ti dicessi che conosco il modo per porre fine ad ogni conflitto nel mondo?”
“Ti risponderei che sei un pazzo.”
“Lo avrei immaginato. Ma non ti accuso di non possedere una conoscenza adeguata del mondo magico, tuttavia la tua limitata capacità di comprensione è un ostacolo non di poco conto per me. Potrei stare delle ore a spiegarti il mio piano ma sfortunatamente non posso concederti tutto questo tempo, tuttavia se tu dovessi riuscire ad arrivare in cima …”
“Fammi indovinare: l’unico modo per farti parlare è quello di uccidere gli altri Master?”
“Sei davvero troppo intelligente.” Vergil si alzò dalla poltrona. “Forse ci incontreremo di nuovo, se riuscirai a sopravvivere.”
“Un momento” disse Alda afferrando il braccio di Vergil. “Ci sarà Friedrich Wolff?”
“Ovviamente. E ci sarà anche Valfredo Otto Herrmann, so che anche lui conosce Friedrich. Forse ti darà una mano. E con voi due ho raccolto i primi otto Master.”
“I primi otto?” domandò Alda attonita.
“Non te l’ho detto?” Si voltò verso la ragazza. “Ci saranno sedici partecipanti in questa meravigliosa guerra.”
Un cerchio magico apparve sotto Alda Richter e la donna scomparve in un lampo di luce. Vergil, rimasto da solo in quel salotto prese con sé il calice di vino e anche la bottiglia. Nel bicchiere c’erano ancora due dita di vino. Annusò l’aroma e avvicinò il vetro alla sua bocca cucita. Sorrise. Rovesciò il vino sul divano e se ne andò.
“Sei una donna interessante, Alda Richter. Molti sarebbero scappati ma tu hai deciso di intraprendere un dialogo con me.”
“Non voglio i tuoi complimenti, mostro.”
“Non è molto gentile da parte tua chiamarmi così-”
“Credi che abbia importanza il modo in cui ci chiamiamo? I nomi, soprattutto in questo caso, sono solo formalità. Io so cosa vuoi da me.”
“Stuzzicante. E come fai a saperlo?”
“L’Ordine di Tot è bravo a tenere i suoi segreti come un gatto è bravo a nuotare. Quando ti ho visto ho capito subito che cosa volevi da me. Stai preparando un’altra Guerra del Santo Graal e stai cercando i Master.” Alda sorseggiò il suo vino.
“Perspicace. Tuttavia lascia che ti ponga una domanda: perché siamo qui?”
“Tu fai le selezioni, no?”
“Esatto.”
“Allora vorrei che tu selezionassi una persona per me e, se è già stata coinvolta nella tua Guerra del Santo Graal, tanto meglio.”
“Di chi si tratta?”
“Friedrich Wolff.”
“Ora sì che sono eccitato. E cosa vorrà mai una donna altolocata come te da un lupo selvaggio?”
“Perché ti interessa saperlo, mostro?” domandò Alda, perplessa.
“Curiosità” rispose lui con un ghigno.
“Il tuo scopo è solo preparare una guerra … i miei obbiettivi sono irrilevanti per te.”
“Questo sarò io a deciderlo, signorina Richter.”
“Sei piuttosto insistente” notò lei alzando un sopracciglio.
“Lo trovi strano?”
“Abbastanza. Non riesco a comprendere le ragioni dietro il tuo interesse. Non hai qualcosa di meglio da fare? Non hai altri Master da scegliere? Sprecare il tuo tempo qui si potrebbe rivelare controproducente” indagò lei.
“Comprendo le tue perplessità … dopotutto mi consideri un mostro. I mostri non fanno domande. Questo è quello che pensi-”
“Sbagliato” interruppe lei. “Non presumere di conoscermi solo perché ho volontariamente deciso di chiamarti ‘mostro’. Molti usano quella parola per descrivere ciò che scatena le loro paure, una creatura misteriosa o un criminale efferato. Io no. Non ho usato quella parola per sottolineare un sentimento di paura ma per esprimere il mio disgusto.”
Lui inarcò le sopracciglia dallo stupore.
“Quindi sei davvero convinta di non avere paura di me?”
“Io non ho terrore di te. Tu, per me, sei un mostro nel senso che sei una creatura innaturale, ibrida, un essere anomalo … sei rivoltante.” Con uno sguardo di ferro soggiunse: “E mi da fastidio che tu continui a fissarti con quel nome. Ti ho già detto che è irrilevante quindi non cercare di studiarmi basandoti su queste banalità.”
“Ammetto il mio errore, allora. Ma sono sinceramente interessato. Voglio sapere cosa ti spinge a desiderare Wolff nella Guerra del Santo Graal.”
Ci fu qualche minuto di silenzio e poi, con un modo irritato, la ragazza rispose:
“Se proprio insisti.” Alda appoggiò il calice sul tavolino. “Avevo un mentore, il suo nome era Herbert Schmidt, è stato grazie a lui se io riuscii a diventare una delle magus più forti fra i Rote Mäntel. Ma lui non era soltanto il mio insegnante, io fui ben lieta di concedere a lui il mio corpo perché amavo quell’uomo che mi aveva reso forte. Lui mi trattava come la sua principessa, mi adorava, mi venerava, mi preferiva persino a quella sgualdrina di sua moglie. Se non fosse stato per Friedrich Wolff, Herbert non sarebbe mai rimasto a Londra, è stata colpa sua se è morto. Quel traditore deve morire. Tutto qui. Non c’è altro. Io ucciderò Friedrich Wolff.”
“Così avrai sterminato l’intera famiglia Wolff.”
Alda lanciò un’occhiata di ghiaccio, con tratti meravigliati, a Vergil. Egli aveva lo sguardo di uno che aveva capito tutto. L’espressione di sorpresa di lei si trasformò in una di scetticismo. Vergil, con il dito, toccò la propria tempia. Lei capì.
“Quindi non comunichi e basta. Puoi anche leggere nella mente. Ma allora perché mi hai posto la domanda? Conoscevi già le mie ragioni. Hai letteralmente sprecato il tuo tempo-”
“Ti sbagli. Per una persona come te può sembrare sciocco, ma credimi sulla parola quando ti dico che questa conversazione lungi dall’essere uno spreco di tempo. Un’eco del passato non è come un racconto. Un pensiero non è come una parola. Ciò che è nella nostra mente è materia senza forma e soprattutto senza suono. La bocca fa di un pensiero una musica, rende reale ciò è nella nostra testa, trasforma ciò che è confuso in una solida statua. Non c’è nulla di più meraviglioso. Io la chiamo arte.”
“Sei una creatura strana, Vergil.”
Lui sorrise.
“Finalmente mi chiami per nome.”
“Non cercare di fraternizzare con me, non funzionerà” disse lei bruscamente. “Però vorrei sapere perché ci tieni tanto ad organizzare una Guerra del Santo Graal. Cosa speri di ottenere?”
“ ‘Se uno tracciasse una netta linea di demarcazione, potrei non riconoscerla come la linea che anch’io avrei sempre voluto tracciare, o che ho già tracciato mentalmente. Il suo concetto non è lo stesso del mio, ma è imparentato con esso.’ Chiunque abbia detto queste parole era una persona intelligente. La precedente guerra venne prodotta dal desiderio di una mia sottoposta, questo desiderio non era esattamente come il mio ma era imparentato con il mio. In radice il suo sogno derivava dal mio ma era una deviazione calcolata.”
“Questa non è una spiegazione” commentò Alda, infastidita.
“Consideralo il preambolo alla spiegazione.”
“Tsk. Allora spiegami invece di farmi perdere tempo.”
“E se io ti dicessi che conosco il modo per porre fine ad ogni conflitto nel mondo?”
“Ti risponderei che sei un pazzo.”
“Lo avrei immaginato. Ma non ti accuso di non possedere una conoscenza adeguata del mondo magico, tuttavia la tua limitata capacità di comprensione è un ostacolo non di poco conto per me. Potrei stare delle ore a spiegarti il mio piano ma sfortunatamente non posso concederti tutto questo tempo, tuttavia se tu dovessi riuscire ad arrivare in cima …”
“Fammi indovinare: l’unico modo per farti parlare è quello di uccidere gli altri Master?”
“Sei davvero troppo intelligente.” Vergil si alzò dalla poltrona. “Forse ci incontreremo di nuovo, se riuscirai a sopravvivere.”
“Un momento” disse Alda afferrando il braccio di Vergil. “Ci sarà Friedrich Wolff?”
“Ovviamente. E ci sarà anche Valfredo Otto Herrmann, so che anche lui conosce Friedrich. Forse ti darà una mano. E con voi due ho raccolto i primi otto Master.”
“I primi otto?” domandò Alda attonita.
“Non te l’ho detto?” Si voltò verso la ragazza. “Ci saranno sedici partecipanti in questa meravigliosa guerra.”
Un cerchio magico apparve sotto Alda Richter e la donna scomparve in un lampo di luce. Vergil, rimasto da solo in quel salotto prese con sé il calice di vino e anche la bottiglia. Nel bicchiere c’erano ancora due dita di vino. Annusò l’aroma e avvicinò il vetro alla sua bocca cucita. Sorrise. Rovesciò il vino sul divano e se ne andò.
Un racconto di Bikowolf |