“Mi dispiace che tu debba affrontare me, Lancer” disse Caster con un sorriso compassionevole.
“Non preoccuparti per me, Caster, la strada di ogni uomo sarà sempre gremita di ostacoli, non possiamo fermarci nella vita, dobbiamo sempre andare avanti.”
“Parole sagge … peccato che saranno le tue ultime.”
I due Master alle spalle dei Servant erano pronti a combattersi ed avevano ignorato la fuga di Henry Allison.
“Master,” disse Lancer “ho il permesso di usare il mio Noble Phantasm?”
“No, non ancora. Dobbiamo essere cauti.”
“Così sia.”
Lancer attaccò per primo, sferrò un fendente che avrebbe dovuto decapitare Caster ma venne travolto da un vento di fuoco generato dalla candela che aveva in mano il suo avversario. I due Master si allontanarono ed iniziarono ad affrontarsi nella città.
Lancer era riuscito a sopravvivere all’attacco di Caster e quando si rialzò era pronto ad attaccare un’altra volta, tuttavia un’altra nuvola di fuoco lo costrinse ad indietreggiare. Caster se ne stava immobile, calmo, e continuava a soffiare su quella candela, era così che generava quelle particolari nubi di fiamma.
“La tua magia è temibile α Caster, ma mi chiedo perché tu ti stia limitando a questi semplici attacchi. Non hai intenzione di uccidermi?”
“Si capisce dal tuo sguardo che sei un filosofo, sei un sapiente non un guerriero, non ho intenzione di umiliarti.”
“Quindi ti stai trattenendo.”
“Cristo aveva compassione per i suoi nemici, così anche io.”
“Mi insulti, Caster. Sarò un filosofo, ma sono anche un Spirito Eroico e soprattutto un uomo che merita il tuo rispetto come io rispetto te.”
“Bene. Allora attaccami, Lancer, dimostrami che sei degno del mio rispetto.”
Lancer sferrò un colpo ma Caster lo schivò con velocità, evitò anche quello dopo e quello dopo ancora, era come se potesse anticipare ogni sua mossa. Una ventata di fuoco colpì Lancer ma quest’ultimo si allontanò appena in tempo.
“Dio mi parla, ω Lancer, nessun tuo attacco, per me, è celato dal mistero.”
“Prevedi le mie mosse, α Caster, ma non devi sottovalutarmi.”
“Dici?”
Caster soffiò sulla candela e generò una palla di fuoco che lanciò contro il suo avversario.
“Non mi sembri un granché-”
“Qui!”
Caster si voltò e si stupì di vedere Lancer sul tetto di una casa senza nessuna ferita. L’animo di Caster si placò immediatamente e quel sorriso compassionevole riapparve sul volto.
“Un vero peccato che tu sia ancora vivo, ω Lancer.”
Caster generò altre quattro sfere di fuoco e le lanciò contro Lancer ma quest’ultimo, con grande agilità, fu in grado di schivare tutti i colpi con successo e contrattaccò; tuttavia anche Caster schivò il colpo dell’avversario e anche i seguenti quattro e rispose, a sua volta, con un’altra sfera di fuoco; Lancer evitò anche quell’attacco.
Nessuno dei due Servant era ferito.
“Non preoccuparti per me, Caster, la strada di ogni uomo sarà sempre gremita di ostacoli, non possiamo fermarci nella vita, dobbiamo sempre andare avanti.”
“Parole sagge … peccato che saranno le tue ultime.”
I due Master alle spalle dei Servant erano pronti a combattersi ed avevano ignorato la fuga di Henry Allison.
“Master,” disse Lancer “ho il permesso di usare il mio Noble Phantasm?”
“No, non ancora. Dobbiamo essere cauti.”
“Così sia.”
Lancer attaccò per primo, sferrò un fendente che avrebbe dovuto decapitare Caster ma venne travolto da un vento di fuoco generato dalla candela che aveva in mano il suo avversario. I due Master si allontanarono ed iniziarono ad affrontarsi nella città.
Lancer era riuscito a sopravvivere all’attacco di Caster e quando si rialzò era pronto ad attaccare un’altra volta, tuttavia un’altra nuvola di fuoco lo costrinse ad indietreggiare. Caster se ne stava immobile, calmo, e continuava a soffiare su quella candela, era così che generava quelle particolari nubi di fiamma.
“La tua magia è temibile α Caster, ma mi chiedo perché tu ti stia limitando a questi semplici attacchi. Non hai intenzione di uccidermi?”
“Si capisce dal tuo sguardo che sei un filosofo, sei un sapiente non un guerriero, non ho intenzione di umiliarti.”
“Quindi ti stai trattenendo.”
“Cristo aveva compassione per i suoi nemici, così anche io.”
“Mi insulti, Caster. Sarò un filosofo, ma sono anche un Spirito Eroico e soprattutto un uomo che merita il tuo rispetto come io rispetto te.”
“Bene. Allora attaccami, Lancer, dimostrami che sei degno del mio rispetto.”
Lancer sferrò un colpo ma Caster lo schivò con velocità, evitò anche quello dopo e quello dopo ancora, era come se potesse anticipare ogni sua mossa. Una ventata di fuoco colpì Lancer ma quest’ultimo si allontanò appena in tempo.
“Dio mi parla, ω Lancer, nessun tuo attacco, per me, è celato dal mistero.”
“Prevedi le mie mosse, α Caster, ma non devi sottovalutarmi.”
“Dici?”
Caster soffiò sulla candela e generò una palla di fuoco che lanciò contro il suo avversario.
“Non mi sembri un granché-”
“Qui!”
Caster si voltò e si stupì di vedere Lancer sul tetto di una casa senza nessuna ferita. L’animo di Caster si placò immediatamente e quel sorriso compassionevole riapparve sul volto.
“Un vero peccato che tu sia ancora vivo, ω Lancer.”
Caster generò altre quattro sfere di fuoco e le lanciò contro Lancer ma quest’ultimo, con grande agilità, fu in grado di schivare tutti i colpi con successo e contrattaccò; tuttavia anche Caster schivò il colpo dell’avversario e anche i seguenti quattro e rispose, a sua volta, con un’altra sfera di fuoco; Lancer evitò anche quell’attacco.
Nessuno dei due Servant era ferito.
“Ti faccio i miei complimenti, Lancer, pensavo che fossi solo un pensatore … ma a quanto pare sai davvero combattere.”
“Chi sei tu, Spirito Eroico?” domandò ω Lancer puntando la sua arma verso l’avversario.
“Perché lo vuoi sapere? Tu non hai detto il tuo nome …”
“Sono curioso. Nella mia vita non ho mai incontrato qualcuno così calmo durante una battaglia. Generalmente le persone sono agitate, preoccupate, arrabbiate o estasiate … tu sembri non avere emozioni. C’è qualcosa che non va in te. Chi sei tu?”
“Non ti dirò il mio nome, Lancer. Ciò che devi sapere è che io sono stato scelto da Dio per combattere questa Guerra del Sacro Graal” rispose pacato.
“Capisco … allora non insisterò.”
I due ripresero a combattere. Lancer non riusciva a colpire l’avversario, sembrava che α Caster potesse prevedere il futuro. Ad un certo punto ω Lancer si trovò all’interno di una nuvola di fuoco. Se non fosse stato per la sua Resistenza Magica avrebbe subito molti più danni.
“Dove sei finito, maledetto?!” esclamò l’uomo furibondo.
Una mano toccò la sua spalla. Era α Caster che, con una voce tranquilla e ricca di commiserazione, disse:
“Stai perdendo la tua concentrazione, Lancer. Se andrai avanti così perderai.”
“Figlio di-!”
Lancer si voltò per colpire l’avversario. Caster schivò l’attacco e rispose con una palla di fuoco.
“No …!”
Lancer venne colpito in pieno.
Nel frattempo Raphael stava affrontando Mikhail. Ora c’erano tre cani di mercurio insieme a Raphael ma nessuno dei tre fu in grado di ferire il magus russo, che muoveva la falce con una tale abilità da impressionare persino lo stesso Raphael.
“Mi sorprendo del tuo vigore,” asserì Mikhail con un ghigno perfido “non mi sarei mai aspettato una simile tenacia da un professore. Ma davvero insegni?”
“Anche un professore deve saper combattere, altrimenti non è un vero magus” rispose l’uomo mandando i suoi tre segugi contro l’avversario.
“Magia mercuriale? Roba vecchia.”
“Mentre la magia del sangue è tipica dei mostri” commentò Raphael.
“Immagino che tu abbia ragione.” Mikhail tagliò a metà i tre segugi con un solo fendente. “Ma non è che quell’epiteto mi faccia impazzire. Non sono un sanguinario. Uccidendo quelle persone svolgevo solo il mio dovere in quanto membro dell’Ordine dei Beati. Voi francesi non conoscete la lealtà, tanto facilmente voltaste le spalle a Napoleone Bonaparte e da allora non siete cambiati.”
“Cosa stai farneticando, mostro?”
“Sto solo dicendo che comprendo la tua incapacità di tollerare la mia fedeltà all’Ordine dei Beati, è proprio per questo tuo limite che mi etichetti come un semplice ‘mostro’. Seguire gli ordini, questo è ciò che deve fare un magus alle dipendenze di un’organizzazione. Al di fuori di quegli ordini egli non è niente.”
“Ti sbagli, Sadykov, tuttavia non ho intenzione di farti cambiare idea. La tua battaglia finisce qui.”
“Anche la tua.”
In quel momento una luce intensa proveniente dal cielo accecò per un attimo entrambi i Master, l’istante successivo Raphael si trovò in un luogo completamente diverso insieme al suo Servant.
“Cos’è successo? Cos’è questa follia?” domandò Lancer, scosso.
“Tranquillo, Lancer,” Raphael alzò lo sguardo verso quell’immenso obelisco al centro di Adocentyn e notò che sopra la punta era spuntato un immenso cristallo di forma romboidale che emanava una luce rossa “probabilmente è stato quello. Prima non c’era.”
“Ma che cos’è?”
“Non lo so ma sono sicuro che siamo stati allontanati di proposito dai nostri avversari.”
“Perché? Lo scopo della Guerra del Sacro Graal è combattere i Servant avversari, no?”
“Sì, ma credo che il tizio che mi ha portato qui abbia altri piani in mente. Non so che cosa, ma so che tutto questo lungi dall’essere fortuito.”
Raphael si voltò e allora vide le altissime pareti circolari di un’arena il cui aspetto ricordava un tipico anfiteatro dell’Antica Roma.
“Forse dobbiamo combattere lì dentro?” domandò Lancer, perplesso.
“Probabilmente.”
“Allora andiamo?”
“No, non ancora. Non ho intenzione di essere incauto. Qui vicino ci sono delle abitazioni. Resteremo di vedetta e attenderemo l’arrivo di un altro Master, quindi tenderemo una trappola.”
Detto questo i due entrarono in un’abitazione vuota per mettere in atto la loro strategia.
“Chi sei tu, Spirito Eroico?” domandò ω Lancer puntando la sua arma verso l’avversario.
“Perché lo vuoi sapere? Tu non hai detto il tuo nome …”
“Sono curioso. Nella mia vita non ho mai incontrato qualcuno così calmo durante una battaglia. Generalmente le persone sono agitate, preoccupate, arrabbiate o estasiate … tu sembri non avere emozioni. C’è qualcosa che non va in te. Chi sei tu?”
“Non ti dirò il mio nome, Lancer. Ciò che devi sapere è che io sono stato scelto da Dio per combattere questa Guerra del Sacro Graal” rispose pacato.
“Capisco … allora non insisterò.”
I due ripresero a combattere. Lancer non riusciva a colpire l’avversario, sembrava che α Caster potesse prevedere il futuro. Ad un certo punto ω Lancer si trovò all’interno di una nuvola di fuoco. Se non fosse stato per la sua Resistenza Magica avrebbe subito molti più danni.
“Dove sei finito, maledetto?!” esclamò l’uomo furibondo.
Una mano toccò la sua spalla. Era α Caster che, con una voce tranquilla e ricca di commiserazione, disse:
“Stai perdendo la tua concentrazione, Lancer. Se andrai avanti così perderai.”
“Figlio di-!”
Lancer si voltò per colpire l’avversario. Caster schivò l’attacco e rispose con una palla di fuoco.
“No …!”
Lancer venne colpito in pieno.
Nel frattempo Raphael stava affrontando Mikhail. Ora c’erano tre cani di mercurio insieme a Raphael ma nessuno dei tre fu in grado di ferire il magus russo, che muoveva la falce con una tale abilità da impressionare persino lo stesso Raphael.
“Mi sorprendo del tuo vigore,” asserì Mikhail con un ghigno perfido “non mi sarei mai aspettato una simile tenacia da un professore. Ma davvero insegni?”
“Anche un professore deve saper combattere, altrimenti non è un vero magus” rispose l’uomo mandando i suoi tre segugi contro l’avversario.
“Magia mercuriale? Roba vecchia.”
“Mentre la magia del sangue è tipica dei mostri” commentò Raphael.
“Immagino che tu abbia ragione.” Mikhail tagliò a metà i tre segugi con un solo fendente. “Ma non è che quell’epiteto mi faccia impazzire. Non sono un sanguinario. Uccidendo quelle persone svolgevo solo il mio dovere in quanto membro dell’Ordine dei Beati. Voi francesi non conoscete la lealtà, tanto facilmente voltaste le spalle a Napoleone Bonaparte e da allora non siete cambiati.”
“Cosa stai farneticando, mostro?”
“Sto solo dicendo che comprendo la tua incapacità di tollerare la mia fedeltà all’Ordine dei Beati, è proprio per questo tuo limite che mi etichetti come un semplice ‘mostro’. Seguire gli ordini, questo è ciò che deve fare un magus alle dipendenze di un’organizzazione. Al di fuori di quegli ordini egli non è niente.”
“Ti sbagli, Sadykov, tuttavia non ho intenzione di farti cambiare idea. La tua battaglia finisce qui.”
“Anche la tua.”
In quel momento una luce intensa proveniente dal cielo accecò per un attimo entrambi i Master, l’istante successivo Raphael si trovò in un luogo completamente diverso insieme al suo Servant.
“Cos’è successo? Cos’è questa follia?” domandò Lancer, scosso.
“Tranquillo, Lancer,” Raphael alzò lo sguardo verso quell’immenso obelisco al centro di Adocentyn e notò che sopra la punta era spuntato un immenso cristallo di forma romboidale che emanava una luce rossa “probabilmente è stato quello. Prima non c’era.”
“Ma che cos’è?”
“Non lo so ma sono sicuro che siamo stati allontanati di proposito dai nostri avversari.”
“Perché? Lo scopo della Guerra del Sacro Graal è combattere i Servant avversari, no?”
“Sì, ma credo che il tizio che mi ha portato qui abbia altri piani in mente. Non so che cosa, ma so che tutto questo lungi dall’essere fortuito.”
Raphael si voltò e allora vide le altissime pareti circolari di un’arena il cui aspetto ricordava un tipico anfiteatro dell’Antica Roma.
“Forse dobbiamo combattere lì dentro?” domandò Lancer, perplesso.
“Probabilmente.”
“Allora andiamo?”
“No, non ancora. Non ho intenzione di essere incauto. Qui vicino ci sono delle abitazioni. Resteremo di vedetta e attenderemo l’arrivo di un altro Master, quindi tenderemo una trappola.”
Detto questo i due entrarono in un’abitazione vuota per mettere in atto la loro strategia.
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