14 settembre 2021
‘La fede è nemica della ragione e dei fatti. Bisogna sempre affidarsi a ciò che è obbiettivo per scegliere in maniera corretta altrimenti si rischia di incorrere in errori fatali.’
Raphael Maillard smise di scrivere. Appoggiò la matita nella metà del taccuino, alzò un binocolo e si guardò attorno. Non c’era nessuno. Alzò lo sguardo e notò immediatamente una figura bianca, un aereo, che solcò il cielo per qualche minuto per poi andarsene. Da lì a poco si aprì un paracadute.
Raphael Maillard smise di scrivere. Appoggiò la matita nella metà del taccuino, alzò un binocolo e si guardò attorno. Non c’era nessuno. Alzò lo sguardo e notò immediatamente una figura bianca, un aereo, che solcò il cielo per qualche minuto per poi andarsene. Da lì a poco si aprì un paracadute.
“Che idiota” commentò Raphael a bassa voce.
Posò lo strumento e ricominciò a scrivere.
‘Mai affidarsi a ciò che è oscuro. Ciò che non conosciamo, ciò che è incerto ci è nemico e se ci lasciamo afferrare dalle passioni e dagli istinti, diventiamo succubi del modo di pensare religioso che ha rallentato la storia umana.’
Smise di scrivere. Appoggiò la matita nuovamente e come prima controllò i dintorni con il binocolo. In cielo non era più visibile il paracadute.
Vicino a Raphael apparve il suo Servant: un uomo alto, con una folta barba e gli occhi profondi.
“Master, fai bene a scrivere su carta i tuoi pensieri, io lo facevo sempre. È il modo migliore per criticare sé stessi. Questo era il modo in cui io seguivo la mia dottrina filosofica.”
“Non è quello che sto facendo, ω Lancer” disse bruscamente.
“A me sembra il contrario.”
“Questo perché non mi conosci.”
“Cosa stai facendo, allora? Perché a me sembra proprio che quelle siano le tue riflessioni, Master.”
“Sono le mie memorie. Dubito che uscirò vivo da questa guerra. Non ho mai combattuto una Guerra del Sacro Graal, le probabilità sono tutte contro di me e quindi preparo qualcosa da lasciare ai posteri. Ammesso e non concesso che a loro arriverà qualcosa.”
“Sei un po’ pessimista, Master.”
“Odio quando le persone me lo dicono.” Raphael chiuse il taccuino. “Quel Vergil … non è un caso che mi abbia rapito proprio quando io stavo indagando in Inghilterra. L’incidente, la caduta della Torre dell’Orologio e la conseguente morte di Dorian Benard fanno parte sicuramente di un complotto. So che non è un caso ma senza prove non posso muovermi.”
“Sì, ma … perché siamo sul tetto, Master?” domandò Lancer cambiando argomento.
Raphael gettò un’occhiata innervosita al suo Servant e rispose:
“Perché è meglio così. Non sono uno sciocco e voglio essere preparato. Non è difficile.”
“Master, si capisce che sei turbato. Forse dovresti meditare un po’ invece che lasciare il tuo testamento.”
“Sto facendo una cosa razionale, mi preparo alla mia probabile morte” asserì freddamente. “Perché illudersi? Perché fingere di essere destinati a vivere tanto? È molto meglio accettare che si morirà e prepararsi alla propria fine.”
“Master, una lezione che dovresti imparare è che quando le circostanze ti costringono a subire una sorta di sconvolgimento, allora devi tornare immediatamente a te stesso, devi sempre tornare all’armonia in modo da non lasciarti soffocare da ciò che è esterno” disse Lancer in modo filosofico.
“Le tue sono parole sagge, ω Lancer, ma il tuo stoicismo non può annullare il fatto che sono in un conflitto estremamente pericoloso per il mio benessere.”
“Hai la ragione? Sì. Allora usala per sopravvivere. Essa sta svolgendo il proprio compito in questo momento ma tu la sprechi per prepararti ad una morte che ancora è lontana. Non scavarti la fossa, usa le tue virtù per vincere.”
“Non ti preoccupare, saprò quando è il momento giusto per usare la mia ragione. Ora, se non ti dispiace, devo continuare a scrivere.”
“Come vuoi, Master … non ti disturberò” disse lievemente rammaricato.
Lancer scomparve. Raphael prese in mano la matita.
‘Condanno il giorno in cui decisi di abbandonare Parigi per andare a Londra e indagare sulla morte di Dorian Benard, il mio collega che insegnava con me ai provetti maghi. Ero stato spinto ad investigare sulla sua morte dall’incontro con un magus che era sopravvissuto alla caduta della Torre dell’Orologio. Costui mi aveva fornito gli indizi necessari per collegare Friedrich Wolff, Yukiko Kumahira e Alessandro Serpi alla morte di Dorian. Sono consapevole del diretto coinvolgimento della seconda, ma il primo e il terzo sono sicuramente complici. Alessandro Serpi, un magus della Congrega, fa amicizia con un ex magus dei Rote Mäntel, i due entrano in contatto con Dorian Benard e per qualche strana ragione, dopo l’attacco alla Torre dell’Orologio, Serpi viene scomunicato e Yukiko viene presa dalla Congrega. Perché? Dalle mie indagini mi risulta che Yukiko e Serpi sono imparentati mentre Wolff, pur essendo stato un amico di Dorian, non era altro che un cane senza guinzaglio. Il mio sospetto è che dietro la caduta della Torre dell’Orologio ci sia in realtà la Congrega. Ciò che mi serve è una prova decisiva’.
Smise di scrivere non appena percepì il mana di un magus. Era vicino.
Raphael chiuse il suo taccuino, prese il binocolo e si guardò attorno.
“Non me lo sono immaginato, è qui” mormorò fra sé e sé.
Non c’era nessuno. L’uomo abbassò il binocolo solo per qualche secondo e in quell’istante qualcosa lo colpì alle spalle e lo fece cadere giù dal tetto. Fortunatamente la casa non era molto alta e quindi Raphael non si ferì, ma quando alzò la testa vide questo ragazzo con i capelli blu e con una spada in mano.
“Piacere di conoscerti, magus. Chiamami Henry Allison. Posso avere la tua testa? Puoi anche impacchettarla se vuoi, non mi interessano le finezze.”
“Un Cacciatore di Maghi …”
“Il Cacciatore di Maghi” corresse lui.
“Come sei arrivato qui?” Raphael si alzò. “Non sei ammesso alla guerra.” Poi si ricordò del tizio che si era paracadutato. Inarcando le sopracciglia disse: “No … impossibile. Come hai fatto ad oltrepassare la barriera magica?”
“Prova ad arrivarci da solo, campione.”
“Non importa. Morirai, ragazzo.”
Il Servant di Raphael apparve alle spalle di Henry e sferrò un colpo con la sua alabarda, la cui lama era conficcata in una testa di cavallo scolpita; il fendente, tuttavia, venne bloccato da una specie di barriera magica che circondava il ragazzo. Henry fece un salto indietro ed esclamò, rivolgendosi a Raphael:
“Hai un bel Servant, lì! Deduco che sia di classe Lancer. È una vera fortuna che quelle creature siano mantenute con l’energia magica. Non sono nient’altro che incantesimi prolungati e parlanti.”
“Un amuleto” osservò Raphael senza mostrare cenni di preoccupazione.
“Scusami?”
“Stai indossando un amuleto. Ecco come sei arrivato qui sano e salvo. Avrei dovuto immaginarlo.”
“Cosa ti fa pensare che abbia indosso un amuleto?” domandò. “Magari sono un magus molto potente che conosce ottime magie difensive.”
“Oh, ti prego. Il tuo atteggiamento burlesco non può nascondere la quantità di mana che possiedi. Sei un magus di bassissimo livello. Avrai al massimo dieci Circuiti Magici” esclamò incredulo, poi soggiunse: “Con quel livello di mana è chiaro che stai usando un amuleto.”
“Sagace-”
“Non è tutto. So anche che l’amuleto che stai indossando è il Talismano di Algiz. È l’unico in grado di fornire quel tipo di protezione.” Fece una pausa. “Un antico amuleto di origini celtiche che, secondo alcune leggende, poteva proteggere chi lo indossava da ogni male. Non so come tu abbia fatto a reperirlo, dal momento che non sono facili da produrre, ma è chiaro che ne possiedi uno.”
“Sai molte cose, magus.”
“Perché sono un professore dell’AMPM. Insegno magia e sono specializzato nella costruzione di amuleti e oggetti magici di vario genere. Ti saresti dovuto informare prima di attaccarmi.”
Henry tentò subito di trafiggere Raphael, ma Lancer intervenne per fermare l’attacco e respingere il ragazzo.
“Cazzo! Sei un magus fortunato” esclamò innervosito. “Se non avessi avuto quel Servant a proteggerti, a quest’ora saresti già morto.”
“Mi fai vomitare” asserì Raphael disgustato. “La tua sola esistenza mi fa venire la nausea. Voi Cacciatori di Maghi non siete troppo diversi da quegli inquisitori cristiani che davano la caccia alle streghe durante il Medioevo. Sei praticamente un loro erede spirituale.”
“Ti sbagli … perché io non vi uccido nel nome di una divinità, bensì per fare giustizia.”
“E cosa puoi saperne, tu, della giustizia?”
“La Guerra del Sacro Graal di Yggdrasil ti dice niente, stronzo? Tutte le persone che sono morte a Londra … sono morte a causa vostra.”
“Ti sbagli, ragazzo …” disse sospirando. “Le cose sono molto più complicate di così, ma non ho intenzione di convincere un Cacciatore di Maghi. Ora muori.”
Henry, capendo di essere in svantaggio contro un avversario di quel calibro, decise di ritirarsi ma si trovò davanti ad un altro magus; egli indossava un mantello nero con rifiniture bianche, aveva dei pantaloni neri e anche una croce dorata.
“Quindi,” il suo accento era russo “sei tu il Cacciatore di Maghi di cui ho tanto sentito parlare.”
“Contento che almeno qualcuno mi conosca.” Henry schivò un proiettile magico fatto di sangue che venne sparato da quel magus russo.
Raphael, intanto, prese fuori dalla tasca dei suoi pantaloni una fialetta piena di mercurio, versò il contenuto sul terreno e disse:
“Chien de Mercure.”
Un cane simile ad un pastore tedesco, fatto completamente di mercurio, abbaiò e attaccò Henry. Il ragazzo riuscì a schivare le zanne della bestia ma poi dovette fare i conti con i proiettili sparati dal magus russo.
“Due contro uno è scorretto, lo sapete?”
Il magus sconosciuto, allora, prese fuori un coltellino e si aprì un sottile taglio sul palmo della mano; il sangue prese la forma di una falce e allora Henry, riconoscendo quella magia, esclamò:
“Mikhail Sadykov!”
“Sadykov?” domandò Raphael. “Un attimo,” si voltò verso quel magus “Mikhail il Sanguinario? L’uomo che ha massacrato centinaia di innocenti?”
“In persona” rispose Mikhail, con un tono orgoglioso.
“No, non collaboro con gli assassini.”
Il cane di mercurio attaccò Mikhail ma in poco tempo venne tagliato in due dalla falce di sangue.
“Tutto qui quello che sai fare?”
Le ferite del segugio guarirono e l’animale morse l’ignaro uomo alla gamba.
“Figlio di puttana!”
Mikhail eliminò la bestia, ma nel fare ciò abbassò la guardia.
“Ora, ω Lancer!” esclamò Raphael.
Lancer partì all’attacco ma si fermò per proteggere il suo Master da una folata di fuoco che apparve dal nulla.
“Pensavi davvero che fossi solo?” fece Mikhail con un ghigno maligno.
Alle spalle dell’uomo apparve un Servant con gli occhi gialli e i capelli blu; aveva una sciarpa viola ed era vestito in modo elegante, con delle spalline dorate. In mano aveva una specie di sfera dorata con sopra un candelabro a forma di croce, la fiamma sulla sommità era accesa.
Mikhail presentò il suo alleato:
“Questo è il mio Servant: α Caster.”
“Carino” fece Raphael sarcastico. “Ma vediamo quanto durerà contro ω Lancer.”
Posò lo strumento e ricominciò a scrivere.
‘Mai affidarsi a ciò che è oscuro. Ciò che non conosciamo, ciò che è incerto ci è nemico e se ci lasciamo afferrare dalle passioni e dagli istinti, diventiamo succubi del modo di pensare religioso che ha rallentato la storia umana.’
Smise di scrivere. Appoggiò la matita nuovamente e come prima controllò i dintorni con il binocolo. In cielo non era più visibile il paracadute.
Vicino a Raphael apparve il suo Servant: un uomo alto, con una folta barba e gli occhi profondi.
“Master, fai bene a scrivere su carta i tuoi pensieri, io lo facevo sempre. È il modo migliore per criticare sé stessi. Questo era il modo in cui io seguivo la mia dottrina filosofica.”
“Non è quello che sto facendo, ω Lancer” disse bruscamente.
“A me sembra il contrario.”
“Questo perché non mi conosci.”
“Cosa stai facendo, allora? Perché a me sembra proprio che quelle siano le tue riflessioni, Master.”
“Sono le mie memorie. Dubito che uscirò vivo da questa guerra. Non ho mai combattuto una Guerra del Sacro Graal, le probabilità sono tutte contro di me e quindi preparo qualcosa da lasciare ai posteri. Ammesso e non concesso che a loro arriverà qualcosa.”
“Sei un po’ pessimista, Master.”
“Odio quando le persone me lo dicono.” Raphael chiuse il taccuino. “Quel Vergil … non è un caso che mi abbia rapito proprio quando io stavo indagando in Inghilterra. L’incidente, la caduta della Torre dell’Orologio e la conseguente morte di Dorian Benard fanno parte sicuramente di un complotto. So che non è un caso ma senza prove non posso muovermi.”
“Sì, ma … perché siamo sul tetto, Master?” domandò Lancer cambiando argomento.
Raphael gettò un’occhiata innervosita al suo Servant e rispose:
“Perché è meglio così. Non sono uno sciocco e voglio essere preparato. Non è difficile.”
“Master, si capisce che sei turbato. Forse dovresti meditare un po’ invece che lasciare il tuo testamento.”
“Sto facendo una cosa razionale, mi preparo alla mia probabile morte” asserì freddamente. “Perché illudersi? Perché fingere di essere destinati a vivere tanto? È molto meglio accettare che si morirà e prepararsi alla propria fine.”
“Master, una lezione che dovresti imparare è che quando le circostanze ti costringono a subire una sorta di sconvolgimento, allora devi tornare immediatamente a te stesso, devi sempre tornare all’armonia in modo da non lasciarti soffocare da ciò che è esterno” disse Lancer in modo filosofico.
“Le tue sono parole sagge, ω Lancer, ma il tuo stoicismo non può annullare il fatto che sono in un conflitto estremamente pericoloso per il mio benessere.”
“Hai la ragione? Sì. Allora usala per sopravvivere. Essa sta svolgendo il proprio compito in questo momento ma tu la sprechi per prepararti ad una morte che ancora è lontana. Non scavarti la fossa, usa le tue virtù per vincere.”
“Non ti preoccupare, saprò quando è il momento giusto per usare la mia ragione. Ora, se non ti dispiace, devo continuare a scrivere.”
“Come vuoi, Master … non ti disturberò” disse lievemente rammaricato.
Lancer scomparve. Raphael prese in mano la matita.
‘Condanno il giorno in cui decisi di abbandonare Parigi per andare a Londra e indagare sulla morte di Dorian Benard, il mio collega che insegnava con me ai provetti maghi. Ero stato spinto ad investigare sulla sua morte dall’incontro con un magus che era sopravvissuto alla caduta della Torre dell’Orologio. Costui mi aveva fornito gli indizi necessari per collegare Friedrich Wolff, Yukiko Kumahira e Alessandro Serpi alla morte di Dorian. Sono consapevole del diretto coinvolgimento della seconda, ma il primo e il terzo sono sicuramente complici. Alessandro Serpi, un magus della Congrega, fa amicizia con un ex magus dei Rote Mäntel, i due entrano in contatto con Dorian Benard e per qualche strana ragione, dopo l’attacco alla Torre dell’Orologio, Serpi viene scomunicato e Yukiko viene presa dalla Congrega. Perché? Dalle mie indagini mi risulta che Yukiko e Serpi sono imparentati mentre Wolff, pur essendo stato un amico di Dorian, non era altro che un cane senza guinzaglio. Il mio sospetto è che dietro la caduta della Torre dell’Orologio ci sia in realtà la Congrega. Ciò che mi serve è una prova decisiva’.
Smise di scrivere non appena percepì il mana di un magus. Era vicino.
Raphael chiuse il suo taccuino, prese il binocolo e si guardò attorno.
“Non me lo sono immaginato, è qui” mormorò fra sé e sé.
Non c’era nessuno. L’uomo abbassò il binocolo solo per qualche secondo e in quell’istante qualcosa lo colpì alle spalle e lo fece cadere giù dal tetto. Fortunatamente la casa non era molto alta e quindi Raphael non si ferì, ma quando alzò la testa vide questo ragazzo con i capelli blu e con una spada in mano.
“Piacere di conoscerti, magus. Chiamami Henry Allison. Posso avere la tua testa? Puoi anche impacchettarla se vuoi, non mi interessano le finezze.”
“Un Cacciatore di Maghi …”
“Il Cacciatore di Maghi” corresse lui.
“Come sei arrivato qui?” Raphael si alzò. “Non sei ammesso alla guerra.” Poi si ricordò del tizio che si era paracadutato. Inarcando le sopracciglia disse: “No … impossibile. Come hai fatto ad oltrepassare la barriera magica?”
“Prova ad arrivarci da solo, campione.”
“Non importa. Morirai, ragazzo.”
Il Servant di Raphael apparve alle spalle di Henry e sferrò un colpo con la sua alabarda, la cui lama era conficcata in una testa di cavallo scolpita; il fendente, tuttavia, venne bloccato da una specie di barriera magica che circondava il ragazzo. Henry fece un salto indietro ed esclamò, rivolgendosi a Raphael:
“Hai un bel Servant, lì! Deduco che sia di classe Lancer. È una vera fortuna che quelle creature siano mantenute con l’energia magica. Non sono nient’altro che incantesimi prolungati e parlanti.”
“Un amuleto” osservò Raphael senza mostrare cenni di preoccupazione.
“Scusami?”
“Stai indossando un amuleto. Ecco come sei arrivato qui sano e salvo. Avrei dovuto immaginarlo.”
“Cosa ti fa pensare che abbia indosso un amuleto?” domandò. “Magari sono un magus molto potente che conosce ottime magie difensive.”
“Oh, ti prego. Il tuo atteggiamento burlesco non può nascondere la quantità di mana che possiedi. Sei un magus di bassissimo livello. Avrai al massimo dieci Circuiti Magici” esclamò incredulo, poi soggiunse: “Con quel livello di mana è chiaro che stai usando un amuleto.”
“Sagace-”
“Non è tutto. So anche che l’amuleto che stai indossando è il Talismano di Algiz. È l’unico in grado di fornire quel tipo di protezione.” Fece una pausa. “Un antico amuleto di origini celtiche che, secondo alcune leggende, poteva proteggere chi lo indossava da ogni male. Non so come tu abbia fatto a reperirlo, dal momento che non sono facili da produrre, ma è chiaro che ne possiedi uno.”
“Sai molte cose, magus.”
“Perché sono un professore dell’AMPM. Insegno magia e sono specializzato nella costruzione di amuleti e oggetti magici di vario genere. Ti saresti dovuto informare prima di attaccarmi.”
Henry tentò subito di trafiggere Raphael, ma Lancer intervenne per fermare l’attacco e respingere il ragazzo.
“Cazzo! Sei un magus fortunato” esclamò innervosito. “Se non avessi avuto quel Servant a proteggerti, a quest’ora saresti già morto.”
“Mi fai vomitare” asserì Raphael disgustato. “La tua sola esistenza mi fa venire la nausea. Voi Cacciatori di Maghi non siete troppo diversi da quegli inquisitori cristiani che davano la caccia alle streghe durante il Medioevo. Sei praticamente un loro erede spirituale.”
“Ti sbagli … perché io non vi uccido nel nome di una divinità, bensì per fare giustizia.”
“E cosa puoi saperne, tu, della giustizia?”
“La Guerra del Sacro Graal di Yggdrasil ti dice niente, stronzo? Tutte le persone che sono morte a Londra … sono morte a causa vostra.”
“Ti sbagli, ragazzo …” disse sospirando. “Le cose sono molto più complicate di così, ma non ho intenzione di convincere un Cacciatore di Maghi. Ora muori.”
Henry, capendo di essere in svantaggio contro un avversario di quel calibro, decise di ritirarsi ma si trovò davanti ad un altro magus; egli indossava un mantello nero con rifiniture bianche, aveva dei pantaloni neri e anche una croce dorata.
“Quindi,” il suo accento era russo “sei tu il Cacciatore di Maghi di cui ho tanto sentito parlare.”
“Contento che almeno qualcuno mi conosca.” Henry schivò un proiettile magico fatto di sangue che venne sparato da quel magus russo.
Raphael, intanto, prese fuori dalla tasca dei suoi pantaloni una fialetta piena di mercurio, versò il contenuto sul terreno e disse:
“Chien de Mercure.”
Un cane simile ad un pastore tedesco, fatto completamente di mercurio, abbaiò e attaccò Henry. Il ragazzo riuscì a schivare le zanne della bestia ma poi dovette fare i conti con i proiettili sparati dal magus russo.
“Due contro uno è scorretto, lo sapete?”
Il magus sconosciuto, allora, prese fuori un coltellino e si aprì un sottile taglio sul palmo della mano; il sangue prese la forma di una falce e allora Henry, riconoscendo quella magia, esclamò:
“Mikhail Sadykov!”
“Sadykov?” domandò Raphael. “Un attimo,” si voltò verso quel magus “Mikhail il Sanguinario? L’uomo che ha massacrato centinaia di innocenti?”
“In persona” rispose Mikhail, con un tono orgoglioso.
“No, non collaboro con gli assassini.”
Il cane di mercurio attaccò Mikhail ma in poco tempo venne tagliato in due dalla falce di sangue.
“Tutto qui quello che sai fare?”
Le ferite del segugio guarirono e l’animale morse l’ignaro uomo alla gamba.
“Figlio di puttana!”
Mikhail eliminò la bestia, ma nel fare ciò abbassò la guardia.
“Ora, ω Lancer!” esclamò Raphael.
Lancer partì all’attacco ma si fermò per proteggere il suo Master da una folata di fuoco che apparve dal nulla.
“Pensavi davvero che fossi solo?” fece Mikhail con un ghigno maligno.
Alle spalle dell’uomo apparve un Servant con gli occhi gialli e i capelli blu; aveva una sciarpa viola ed era vestito in modo elegante, con delle spalline dorate. In mano aveva una specie di sfera dorata con sopra un candelabro a forma di croce, la fiamma sulla sommità era accesa.
Mikhail presentò il suo alleato:
“Questo è il mio Servant: α Caster.”
“Carino” fece Raphael sarcastico. “Ma vediamo quanto durerà contro ω Lancer.”
Henry Allison di BikoWolf |